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10 MORTI – 37 FERITI – 1.600 SENZATETTO – 620 FABBRICATI DANNEGGIATI

QUESTO IL TRAGICO BILANCIO DEL TERREMOTO DEL 23 NOVEMBRE 1980

 

Mentre il nostro "Carottese" va in macchina, viviamo ancora i postumi della terribile esperienza che ci ha colpiti in quella fatidica domenica del 23 novembre 1980. Forse troppo bella quella domenica, ma fino alle 19.34.....

Una stupenda giornata, non una foglia mossa dal vento, una giusta temperatura invernale, un cielo dapprima azzurro, ma al tramonto inconsuetamente rosso!

All'improvviso, come in un film, cambia la scena: distruzione, morte e terrore regnano nella nostra bella Piano (ma anche altrove e peggio di noi!). Cos'è successo? IL TERREMOTO... Il terremoto ha distrutto case, ucciso persone, sprofondato il paese in una situazione di emergenza e di paura.

Riorganizzate le idee dopo lo spavento, si organizzano spontaneamente i primi soccorsi laddove, purtroppo, si sa esserci delle vittime; amministratori, forze dell'ordine e volontari sono tutti affiancati nell'opera di soccorso, lavorano tra le macerie, incuranti del pericolo, mentre vengono estratti i primi corpi. Si cerca e si spera di salvare qualcuno, mentre qualche altro corpo emerge, ma poi si deve smettere. Viene il giorno ad illuminare la catastrofe nelle sue inattese e grosse proporzioni, ma passa ancora qualche giorno prima che si riescano ad estrarre tutte le vittime e che si faccia un più preciso bilancio dei danni provocati dal sisma.

Scatta immediatamente il piano di soccorso ed assistenza, ma occorre far fronte a mille e mille problemi che gli amministratori comunali per primi, lavorando 24 ore al giorno, cercano di risolvere; si attuano i primi provvedimenti per i senza tetto, minacciati anche dall'incombere di un un violento temporale che ha poi imperversato a lungo ed impietoso sul Paese intero. Troppe le esigenze e i bisogni immediati della popolazione, ma nonostante tutto, in breve, si riesce a dare un rifugio al coperto a tutti, mentre nel  frattempo, tecnici ed esperti lavorano incessantemente per fare le perizie ai tanti edifici lesionati dal sisma. Si provvede in ogni modo a soddisfare i bisogni più urgenti dei terremotati e intanto arrivano anche i primi soccorsi: le tende, poi un grosso rifornimento di latte, poi ancora 2 autotreni da un paese della Sicilia, Bagheria, che porta ogni ben di Dio (e forse qualcosa in più del necessario) qui a Piano. Assessori comunali, coadiuvati da un corpo di volontari che fanno capo al Comitato Comunale Protezione Civile e dalle dame di San Vincenzo, provvedono a distribuire viveri e vestiario a tutti coloro che ne hanno bisogno (e anche a qualcuno in più.....); si lavora davvero tanto in un paese paralizzato quasi nella sua rete urbana, tra palazzi pericolanti e continue scosse (di assestamento) che allarmano di nuovo la popolazione, riversando per le strade coloro che si erano decisi a rientrare nelle loro case risparmiate dal sisma. Ma si provvede a tutti, nessuno escluso e in 10 giorni sono stati presi tutti i provvedimenti più importanti ed urgenti per fronteggiare l'emergenza.

Segue il passo più ardito, ma doveroso e necessario, della requisizione delle case sfitte, onde poter dare un tetto ed una dimora sicura alle tante famiglie che hanno perso la loro casa; si riuniscono assemblee di ogni tipo e ad ogni livello, si raccolgono dati e compilano graduatorie, mentre martedì 9 dicembre inizia la dura fatica di requisizione degli alloggi, lavoro che si protrarrà per un pò a causa della procedura e dei doveri da adempiere nella delicata operazione!

Mentre vengono allora assegnati i primi domicili provvisori, l'amministrazione comunale ha già pronti i piani di ricostruzione e i provvedimenti più importanti da adottare in questa terza fase. Tuttora l'opera instancabile e lodevole continua, per restituire al paese un volto sereno e un assetto sicuro; intanto contiamo gli ultimi giorni di questo indimenticabile 1980 e si avvicina il Natale.

Non certo un bel Natale se si pensa all'accaduto, ma guardando al futuro, a ciò che si è fatto e a ciò che si sta facendo, come dice un proverbio: "Da ogni male può venirne un bene". Si potrebbe, con questo, alludere a coloro che hanno sfruttato l'emergenza a proprio uso e consumo, ma vogliamo essere superiori a questi pochi e pensiamo che i più sono diversi da costoro e che dal male sapranno certamente ricavare un giusto ed onesto bene. Ci è forse voluto il terremoto per vedere amministratori uniti insieme (anche se non tutti allo stesso livello e con lo stesso impegno!) in un estenuante lavoro, miranti effettivamente al “pubblico interesse" e operanti per gli stessi fini. Se ciò diventasse invece ordinaria amministrazione, apprezzeremo meglio tante cose, comprenderemo l'importanza della collaborazione e dell'unione d'intenti e certo non lotteremo stupidamente per tante cosucce banali. Ma passato l'immediato pericolo, tutto ciò svanisce di colpo e si ritorna alle nostre piccolezze, ai perfidi inganni e alle spudorate facce toste. Perché non ricavare, davvero, dal male il bene? Qualcuno, è vero, ha approfittato degli eventi, ma questo generico qualcuno capisca la lezione e sappia apprezzare e difendere ciò che veramente è buono e giusto e anche quella cosa che è tanto cara, ma che diamo per scontata, mentre non comprendiamo che basta un'istante a togliercela per sempre!  

 

Vincenzo Califano  - Antonio Volpe

 

(da "IL CAROTTESE" - dicembre 1980)

 

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