Quando due creature decidono: “camminiamo insieme”
Due creature del buon Dio, un giovane uomo e una giovane donna, un bel giorno si prendono a braccetto: «Camminiamo insieme», decidono.
Cominciano a camminare in fretta, in gran fretta; la strada da percorrere è lunga, difficile e piena di promesse. Bisogna fare alla svelta, non c'è tempo da perdere se si vuol arrivare ai monti sconosciuti che si intravedono, laggiù, sulla linea d'orizzonte.
A un bel momento, le due creature del buon Dio si fermano di scatto: chi chiama, nascosto dietro il cespuglio che sorge in mezzo a quel prato verde, pieno di fiori gialli e blu?
Si abbandona la strada maestra, si corre in mezzo all'erba: dietro al cespuglio c'è un affarino, piccolo piccolo, con due gambette corte. Una rosea gabbietta di strilli.
Le due creature del buon Dio si fermano. Lo si riprenderà dopo, il viaggio sulla strada maestra, verso le montagne dell'orizzonte! Quando anche quel minuscolo uomo potrà camminare. Si farà la strada insieme, allora.
Così si sosta nel prato verde a fianco della strada maestra e, a poco a poco, si dimentica che esiste una strada che conduce a sconosciuti colli e il prato, coi suoi fiori gialli e blu, diventa il punto d'arrivo. Quando il piccolo arnese urlante sarà diventato un grosso giovinetto, ci si ricorderà della strada lasciata a metà e dei monti lontani: ma oramai sarà troppo tardi per rimettersi a camminare. Le gambe non reggerebbero più. Camminerà lui, per la strada, e arriverà lui ai colli lontani. Invece anche lui si fermerà e troverà un piccolo arnese che lo chiamerà, celato dietro un cespuglio.
Questa è la vita degli uomini qualunque: a un bel momento, l'uomo qualunque si trova seduto a fianco della compagna di cammino, in un prato verde, a guardare un piccolo mascalzoncello che dorme con un piedino in bocca.
(La scoperta di Milano, «1937. Padre!».)