"Aspettando i barbari" (1908)

«Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza?
Stanno per arrivare i Barbari oggi.
Perché un tale marasma al Senato? Perché i Senatori restano senza legiferare?
E' che i barbari arrivano oggi. Che leggi voterebbero i Senatori? Quando verranno, i Barbari faranno la legge.
Perché il nostro Imperatore, levatosi sin dall'aurora, siede su un baldacchino alle porte della città, solenne e con la corona in testa?
E' che i Barbari arrivano oggi. L'Imperatore si appresta a ricevere il loro capo. Egli ha perfino fatto preparare una pergamena che gli concede appellazioni onorifiche e titoli.
Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata? Perché si adornano di braccialetti d'ametista e di anelli scintillanti di brillan ti? Perché portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati?
E' che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari.
Perché i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza?
E' che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi né i lunghi discorsi.
E perché, all'improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento? Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un'aria così triste?
E' che è scesa la notte e i Barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari... E ora, che sarà di noi senza Barbari? Loro erano comunque una soluzione».
Konstantinos Kavafis

(si ringrazia il sito http://giornalisticamente.splinder.com/)